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Pane e aglio

pane e aglio

Quando ero piccola e rifiutavo a tavola qualche pietanza, mia madre era solita dire che mi avrebbe dato, da allora in poi, solo “pan con l’aggio" ... Lei sapeva che era buono e che mi faceva bene, ma io no, dato che l’odore dell’aglio mi era tutt’altro che congeniale! Questa pianta veniva elevata dagli antichi Egizi al rango di divinità: gli operai che edificavano le piramidi ricevevano ogni giorno uno spicchio d’aglio per le sue virtù tonificanti ed antisettiche. Anticamente veniva inserito in un sacchetto e appeso al collo per prevenire le malattie infettive (che poi in seguito si usasse anche per tenere lontani i vampiri è un’altra storia!), o mangiato crudo a digiuno, al mattino, contro l’ipertensione.Nel 1914 venne utilizzato addirittura al Metropolitan Hospital di New York come terapia vegetale contro la tubercolosi.

In cucina l’aglio è largamente utilizzato nella preparazione di piatti cotti e crudi; un consiglio per neutralizzare il suo odore? Masticare due chicchi di caffè o una mela.

Altro componente della ricetta di oggi è un alimento amato da tutti. Dalle farine ricavate dai vari cereali impastate con acqua e cotte su pietre ardenti o, più tardi, in forni, si ottenne l’alimento simbolo della vita: il pane. Nel nostro territorio  la prima macina per grano venne rinvenuta nello scavo del 1976 sulla rocca naturale a strapiombo sul mare, denominata Castellaro, alle spalle dell’attuale abitato di Camogli. Col passare del tempo, migliorando il sistema di cottura, migliorarono anche gli ingredienti utilizzati e all’acqua venne aggiunto l’olio, alle farine uniti prodotti dolcificanti (miele) o aromatizzanti (erbe odorose) e sale. A tali progressi si aggiunsero abbondanti produzioni e quindi si ebbe l’intuizione di usare il pane come merce di scambio e, per la sua importanza, se ne fece addirittura un’offerta propiziatoria agli dei e lo si identificò come il raggiungimento di un altro grado di civiltà. Infatti, le popolazioni che usavano tale prodotto avevano già imparato a sfruttare le risorse naturali, a costruire attrezzi e organizzarne la produzione.

In un curioso atto notarile del XIII secolo si trovano i “prestiti di pane”, un contratto in tutta regola fra un capitalista e un corsaro, che riceveva a titolo di mutuo una “panatica“, ossia una certa quantità di pane, alimento di prima necessità sulle navi. Il corsaro si impegnava a restituire il pane o il denaro corrispondente, senza interessi, se non riusciva a scorrere i mari a causa di disposizioni di autorità locali, ma a restituire fino al doppio della somma ricevuta se le imprese andavano a buon fine.

A San Rocco di Camogli, anticamente, dove l’asperità del terreno lo permetteva, si coltivava il grano che serviva per i fabbisogni famigliari e lo si macinava negli innumerevoli mulini della zona.
Alle ciurme imbarcate sulle navi che salpavano dal porto di Camogli, il pane spettava solo agli ufficiali mentre agli altri membri dell’equipaggio venivano distribuite le gallette. A memoria di questa antica lavorazione restano oggi, nel nostro territorio,  pochi antichi mulini ancora integri, (l’ultimo a cessare l’attività nel 1987 fu quello del “Piccin“), e molti frammenti di muri e pietre accatastate (in alcune carte della prima metà del XVIII secolo si parla di più di trentacinque mulini attivi), ma rimangono ancora intatti i numerosi gradoni di conglomerato delle mulattiere, costruite appositamente per favorire il trasporto tramite animali da soma, da tutte le località dell’arco costiero.

Oggi nel Parco, la produzione di pane resta in molti casi a livello artigianale e nei piccoli panifici di paese si sente ancora per le vie l’odore invitante della cottura al forno a legna…

Ricetta del “Pan con l’aggio“

Ingredienti : pane secco q.b.
                      3 spicchi d’aglio
                      due cucchiai d’ olio
                      sale
                      acqua

Preparazione: spezzettare il pane e unire le “teste“ (spicchi) d’aglio spellate con olio e sale e ricoprire il tutto con acqua. Cuocere finchè il pane si sarà completamente spappolato, aggiungendo acqua quando necessario. Servire caldo eventualmente con aggiunta di parmigiano grattugiato.