Dalle Gave, la stradina segnata, che più avanti diventa mulattiera, sale all’ombra di una fitta lecceta sormontata da imponenti pini domestici; sulle rupi conglomeratiche incoltivabili questa formazione ha potuto svilupparsi indisturbata.
Nel sottobosco ai radi arbusti si legano liane: lo stacciabraghe e la robbia selvatica; sul terreno si trovano felci e funghi che spuntano tra lo strato di foglie indecomposte.
II sentiero prosegue poi lungo le pendici meridionali del Monte Brano nella campagna circondata da oliveti, orti e piccoli vigneti per la produzione del vino necessario ai consumi domestici; si trovano attorno, inoltre, qualche piccolo frutteto e alcuni prati a sfalcio, dai quali veniva ricavato un tempo il forraggio e per qualche capo bovino. Si giunge quindi ad una casa presso la quale si trova una fontana e quello che un tempo era un lavatoio pubblico.
Si è nell’incisione del torrente dell’Acqua Morta sviluppatosi, come quello dell’Acqua Viva al quale si unisce poco prima di Paraggi, lungo una grossa frattura disposta in direzione nord-ovest sud-est.
Attraverso un castagneto si risale fino a località Montega, meglio conosciuta come Sant’Anna per la presenza di una cappella ad essa dedicata: da qui si ammira un eccezionale panorama.
Dalla scalinata il panorama sulla campagna e a dir poco incantevole: lungo il torrente dell’Acqua Morta, verdeggiante di canne, si vede il vecchio mulino di Mondiano, tuttora discretamente conservato, uno dei pochi della valle a dispetto dei 35 un tempo presenti nella limitrofa valle dell’Acqua Viva. Mentre l’itinerario prosegue dritto, sulla destra sale il breve sentiero per la località Crocetta, sulla sinistra è possibile scendere a Paraggi.
L’ambiente intorno sorprende per l’esuberanza con cui la vegetazione ammanta di verde anche le zone più prossime al mare e si gode della particolare dolcezza con cui i versanti discendono dal vicino Monte Pollone.